Arrivederci New York ... si torna in Italia

Purtroppo è arrivato il momento di salutare New York e gli Stati Uniti .... oggi pomeriggio abbiamo il volo che ci riporterà in Italia.

Vogliamo approfittare, però, delle ultime ore a nostra disposizione per goderci ancora un pò Manhattan, bellissima in questa giornata soleggiata.

Così, dopo aver chiuso le valigie ed averle lasciate in custodia alla reception dell'hotel facciamo una passeggiata nel quartiere.
La nostra prima tappa è Starbucks, dove ci concediamo la colazione per la prima volta sedendoci al lungo bancone rivolto verso la strada.
Ci sembra strano non dover più essere presi dalla frenesia di raggiungere qualche luogo da visitare.

Dalla vetrina osserviamo i passanti e la città che si muove.
Come abbiamo già detto Tribeca è un quartiere residenziale piuttosto tranquillo con ristoranti alla moda dove i vecchi edifici industriali sono stati riconvertiti in palazzi e loft lussuosi. Il traffico è molto contenuto nella zona in cui ci troviamo, soprattutto a quest'ora del mattino.

Finita colazione decidiamo di dirigerci verso il Brooklyn Bridge che abbiamo visto solo di sera.


Beekman Tower e Pace University
Passiamo di fianco a diversi edifici governativi e al City Hall, l'elegante palazzo sede del municipio, attraversiamo il piccolo City Hall Park e ci troviamo sulla rampa di accesso per pedoni e cicilisti al più famoso ponte cittadino.

City Hall
Ci godiamo la passeggiata ed il panorama su Brooklyn e Manhattan.
La tentazione di percorrerlo tutto è forte, ma i tempi sono un pò stretti e non abbiamo voglia di corse all'ultimo minuto oggi, per cui a metà giriamo sui nostri passi e con calma torniamo in hotel.

Brooklyn Bridge

Recuperiamo le valigie e chiediamo alla reception che ci chiamino un taxi, ma ci rispondono che qui non si usa e anzi portano le nostre valigie sul bordo del marciapiede suggerendoci di fermare il primo taxi che passa.

Rimaniamo un pò perplessi, soprattutto perchè non c'è un grande via via....fortuna che dopo dieci minuti di attesa vediamo finalmente un cab fermarsi. Il conducente è un indiano con tanto di turbante che dopo essersi informato sulla nostra destinazione ci informa della tariffa (fissa per raggiungere l'aeroporto) e carica le nostre valigie.
Come ormai ci succede da quindici giorni, appena scopre che siamo italiani inizia a tessere le lodi per il nostro paese. E' buffo come tutti quelli con cui abbiamo parlato hanno sempre rivelato di avere un parente od un conoscente nel nostro paese o di averci sudiato o soggiornato per un periodo.
E' incredibile anche constatare come gli stranieri amino l'Italia e siano affascinati dai nostri beni artistici e culturali, mentre noi siamo così assuefatti che nenache ci facciamo più caso.

Il tassista in questione ha il padre a Roma e ci rivela che mai e poi mai farebbe il tassista lì perche reputa il traffico della capitale e la circolazione peggiore persino di quelle di New Dehli. Ahaha ... esagerato!!

Intanto tra una chiacchera e l'altra ci lasciamo purtroppo Manhattan alle spalle.

Arriviamo all'aeroporto secondo l'orario che avevamo preventivato, ossia con largo anticipo in modo da fare con calma tutti i controlli e le procedure d'imbarco.
Ammazziamo il resto del tempo facendo pranzo e esplorando i negozi dell'aeroporto.

Il nostro aereo
 Il volo è previsto per le 17.45 ma all'ultimo viene annunciato un ritardo perchè è in overbooking e le hostess cercano volontari che siano disposti a volare con Air France far tappa a Parigi e ripartire il giorno dopo per Milano.
Alla fine la questione viene risolta e ci imbarchiamo.
Dall'alto sorvoliamo ancora una volta su New York e sulla costa di Long Island e lasciamo gli Stati Uniti alla luce del tramonto.


L'aereo è come all'andata un 767 - 300 dell'America Airlines e anche questa volta siamo riusciti ad avere un posto vicino al finestrino. Abbiamo anche a disposizione l'attacco per il PC, ma alla fine non lo utilizziamo e trascorriamo il tempo leggendo, ascoltando musica dall'mp3 e cercando di dormire almeno un pò.








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