I più bei quartieri di Manhattan e serata jazz al Lincoln Center

Finalmente stamattina splende un bel sole ..... non ci speravamo più!!
E' la giornata ideale per fare una bella passeggiata tra i più bei quartieri di Manhattan.

Iniziamo con tre quartieri dell'East Side: Union SquareFlatiron District e Gramercy.

Sono luoghi poco pretenziosi, ma di gran lunga più tranquilli, con molti spazi pubblici, bar e ristorantini.

Union Square ha alle spalle un passato ricco di contestazioni politiche e sindacali.
Il nostro itinerario parte dallo Union Square Park,  un piacevole parco circondato da palazzi eleganti ed abitato da numerosi scoiattoli che non temono niente!!
Ci prendiamo un buon cappuccino dalla Petite Abeille e percorriamo la Broadway fino all'incrocio con la 20ma Strada dove svoltiamo in direzione Gramercy Park. Al numero 28 si trova la Theodore Roosevelt's Birthplace, la ricostruzione di quella che fu la casa in cui nacque il ventottesimo presidente degli Stati Uniti. L'edificio è sito di interesse nazionale, è gestito dalla Guardia Nazionale ed ospita cimeli che testimoniano la vita di questo presidente.


Gramercy Park è una piccola ed esclusiva isola verde nel cuore dell'omonimo quartiere. E' un parco privato (per accedervi bisogna avere la chiave) circondato da splendide case in brownstone protette da cancellate in ferro battuto e su cui si affaccia il famoso Gramercy Park Hotel.
Facciamo il giro intorno al parco e ritorniamo sulla Broadway dove, dopo poco, incontriamo il bel profilo del Flatiron Building. L'edificio è straordinario, sia per lo stile che per l'insolita pianta triangolare.
Siamo orami giunti al Madison Square Park, un'altra zona di verde pubblico popolata da diverse statue.

Flatiron Building


Prendiamo la subway e ci spostiamo alla scoperta di altri due quartieri: Greenwich Village e Soho.

Greenwich Village si contraddistingue per la sua attività culturale, sociale ed artistica. E' un quartiere residenziale e, pare, bohemienne, anche se noi non ce ne siamo accorti. Ospita anche la sede della New York University e per questo motivo è popolata da molti giovani.

Non visitiamo l'università ma ci lasciamo tentare da uno dei suoi store dove acquistiamo alcune magliette e felpe. Risaliamo la Broadway fino alla Grace Church, una chiesa in stile neogotico con un alta giglia e belle vetrate interne. E' solita ospitare concerti d'organo e ce n'è uno proprio questa sera, ma noi abbiamo già altri progetti.

Interno di Grace Church


Giriamo nell' 11ma strada east per vedere due case famose, quella di Oscar Wild e la Weatherman House. Dovrebbero essere al numero 18 e 48 ma gli edifici che troviamo in corrispondenza ci lasciano un pò dubbiosi.
Ritorniamo sui nostri passi e, poco dopo Grace Church, vediamo un negozio di scarpe, Zacky's, con diverse Converse strane in vetrina. Decidiamo di andare dentro a vedere visto che dobbiamo prenderne ancora un paio per Mara. E' l'ennesimo negozio del genere che visitiamo....ma è anche quello giusto!! Non ha la collezione Dr. Seuss, ma ci sono le versioni Plaid e altre texture differenti.
L'interno del primo piano luminoso, grazie alle ampie vetrate, ed è molto tecnologico  con schermi lcd appesi al soffitto e musica a palla, ma la merce è disposta in modo molto ordinato su tavoli in legno. Ci sono diverse marche di abbigliamento americano tra cui l' immancabile Lewis. Le Converse sono al piano di sotto, praticamente occupano metà locale! Alla fine ne scegliamo un paio Lo-Top Plaid ed un altro Hi-Top Pop Art.
Anche Marco ne subisce il fascino e alla fine si prende un paio di One Star Lo-Top. Siamo a posto, finalmente siamo esonerati dal visitare i prossimi negozi di calzature che incontreremo, ma le tre paia di scarpe aggiunge alle maglie della NYU sono un bel fardello da portarci dietro per il resto della giornata !!

Soddisfatti dello shopping ci dirigiamo verso la nostra prossima meta percorrendo la Bowery Street fino all'altezza di Houston Street. Da qui ritorniamo verso la Broadway ed entriamo in Soho, il quartiere dello shopping per antonomasia, della moda e dei negozi che fanno tendenza. Qua non c'è che l'imbarazzo della scelta, tra boutique e famose catene, botteghe di oggetti vintage e ambulanti. Gli esercizi commerciali si susseguono l'uno dopo l'altro, ospitati in begli edifici di mattoni costruiti nella seconda metà del 1800.
Uno di questi è il Cable Building , proprio all'incrocio tra Broadway e Houston, realizzato in stile beaux-arts e caratterizzato dalla presenza di finestre ogivali e da due cariatidi poste sull'architrave d'ingresso.
Un tempo sede di una centrale elettrica ora ospita un negozio della catena Crate & Barrel.

Cable Building


Procediamo oltre svoltando in Prince Street per andare a vedere la St. Patrick's Old Cathedral, indicata dalla nostra guida. Questa chiesa era un tempo un importante centro religioso per gli immigrati irlandesi. L'edificio non ci entusiama e non entriamo all'interno, mentre proprio di fronte c'è un piccolo palazzo in mattoni rossi che attrae di più la nostra attenzione.
Ritorniamo sulla Broadway e poco più avanti, incontriamo il meraviglioso Little Singer Building, un altro edificio realizzato in ghisa e mattoni un tempo sede dell'omonima fabbrica di macchine da cucire.

Little Singer Building


Questa parte della Broadway è molto bella dal punto di vista architettonico e ad ogni metro rivela dei particolari interessanti. C'è molto movimento e tanti turisti entrano ed escono dai negozi.
Molti degli esercizi commerciali hanno allestimenti molto particolari, come quello di All Saints, di fronte al Little Singer Building, con alle pareti numerose macchine da cucire.
Sarà anche per la giornata finalmente soleggiata, ma qua è tutto bellissimo.
Ci vorrebbe più tempo per andare alla scoperta delle vie laterali, per passeggiare con calma, senza una meta precisa. Ma la giornata è ancora lunga (e i pacchi degli acquisti pesano) e noi dobbiamo continuare se vogliamo visitare il più possibile.

All Saints in SoHo


All'incrocio con la Broome, vediamo ancora  l'Haughwout Building, quello che fu il primo edificio ad ospitare un ascensore a vapore. Ha belle facciate con finestre ad arco sorrette da colonne e un antico orologio in ferro. Viene considerato il più bel edificio in ghisa di New York e, in effetti, ha una bella linea molto pulita ed elegante.

Poco più avanti c'è lo store Yellow Rat Bastard, uno di quelli che ci eravamo segnati per l'acquisto delle Converse. Nonostante il proposito di non entrare più in un negozio di calzature, Marco mi abbandona all'entrata con zaino e pacchetti ed entra a vedere.
Dopo un quarto d'ora di attesa comincio a preoccuparmi ....chissà cosa starà acquistando ....
Alla fine quando esce mi rassicura sul fatto che non ci sono Converse particolari, ma, invece, ci sono un sacco di magliette strane ed originali (fatevi un giro sul sito per rendervene conto). Lui è tutto orgoglioso di aver acquistato una t-shirt di Hello Kitty per Giada. Gli faccio notare che il disegno è natalizio, ma la cosa non lo sconvolge!

Ritorniamo indietro lungo la Broadway e giriamo all'altezza della Houston in direzione est entrando in un nuovo quartiere: il Lower East Side. Il panorama urbano cambia, non ci sono più i bei palazzoni in ghisa, ma edifici in arenaria rossa alti fino a dieci piani. Anche i turisti sono diminuiti, gli unici che vediamo sono in coda da Katz's Deli, il locale reso celebre da Meg Ryan nel film Harry ti presento Sally.
Sarebbe stato il posto ideale per il nostro pranzo, ma c'è troppo da aspettare, così tiriamo avanti vedendo da lontano la sagoma candida, regolare e squadrata del New Museum of Contemporary Art.


La nostra prossima meta e, forse, il luogo per il pranzo è l'Essex Street Market, un bel mercato coperto con negozi di frutta e verdura, drogherie, macellerie e piccoli locali di alimentari che vendono prodotti etnici e particolari. C'è ogni ben di Dio ... pasta italiana, pane francese.... praticamente c'è cibo da tutto il mondo!
Contavamo di mangiare all'Essex Restaurant ma è aperto solo a cena così ripieghiamo su un vicino Mc Donald visto che in giro non c'è altro che ci ispira ed è già tardi!!

Un negozio dell'Essex Street Market


Terminato il nostro hamburger americano ci infiliamo nella metro, prima sulla linea F poi sulla B fino a Columbus Circle da dove prendiamo il treno 1 che ci porta ad Harlem.
Abbiamo fatto tutta questa strada per venire a dare un'occhiata alla cattedrale St.John the Divine, il più grande edificio religioso degli Stati Uniti (non ancora del tutto terminato). E' realizzata secondo diversi stili architettonici, anche se è il neogotico a prevalere.
Se tutto in America è Big, St.John the Divine ne è un esempio.
Immensa è dire poco e te ne accorgi appena entri dentro.La alta navata centrale è interminabile e su di essa si affacciano sette cappelle. Da un lato c'è anche il Poets Corner per commemorare i più famosi scrittori americani.

St.John the Divine


Dopo aver visitato i vari ambienti usciamo per recarci alla Riverside Church. Siamo nel quartiere Morningside Heights, territorio della Columbia University, che qui ha la sua sede.
Noi ne attraversiamo il cortile principale percorrendo il College Walk da dove si potrebbe vedere la statua dell'Alma Mater, non fosse che davanti alla Low Library ci sono diversi grandi gazebo bianchi. Nonostante sia un luogo tranquillo rispetto al mondo esterno del quartiere, ci sono molti studenti che si aggirano tra gli edifici, che leggono un libro o partecipano a gruppi seduti sul prato... propio come si vede nei telefilm americani!!

Ci lasciamo alle spalle quello che è uno degli atenei più autorevoli al mondo e giungiamo alla Riverside Church. Quello che ci troviamo davanti è un bell'edificio gotico con un alta torre di 115 metri. Purtroppo lo troviamo chiuso...peccato, in questa magnifica giornata sarebbe stato bello salire fino alla sua piattaforma per vedere il panorama da quella parte di Manhattan!!

L'ultima tappa del nostro percorso è il S.Grant National Memorial, conosciuto come Grant's Tomb, la tomba del generale Grant, eroe della guerra di Seccessione e presidente degli Stati Uniti. Si tratta di un grande mausoleo costruito in granito bianco. L'ingresso è anticipato da una larga scala e da un portico con colonnato. L'edificio, a pianta quadrata, è sormontato da un alta cupola.
Ne visitiamo l'interno che, oltre a contenere le spoglie di Grant e sua moglie, ospita alcuni cimeli appartenuti a questo personaggio storico.

Grant's Tomb


L'itinerario di oggi è completato e non ci resta che tornare in hotel per prepararci alla serata.
Anzichè tornare sui nostri passi per raggiungere la precedente fermata della subway decidiamo di raggiungere la successiva. all'incrocio tra la 125ma St. e Broadway e ..... a sorpresa scopriamo che è sopraelevata!!
Inizialmente la metropolitana di New York correva in superficie e questo è uno dei tratti che è rimasto attivo.
Fa un certo effetto raggiungerla salendo in su anzichè scendere sotto terra.
A questo punto ci viene in mente l'articolo letto poco prima di partire che parlava della realizzazione si un parco, l'Hight Line, sul vecchio percorso della metro nel Lower East Side. Molto probabilmente non avremo tempo di andarlo a vedere, ma è sicuramente adatto a chi cerca qualcosa di insolito.

Mezz'ora di viaggio per attraversare Manhattan e siamo in Tribeca. Una doccia veloce e siamo pronti per il programma serale che ci vedrà spettatori ad un concerto jazz al Lincoln Center.
Dobbiamo però essere lì almeno un'ora prima perchè i posti a disposizione sono pochissimi.
Quindi ....ennesima corsa con la subway che ci deposita a Columbus Circle.
Ci compriamo un bagel con formaggio (Filadelphia !!) e del the freddo e passeggiamo fino alla Josie Robertson Plaza, il centro di questo grande complesso culturale che comprende decine di sale per spettacoli, la Metropolitan Opera House e il New York State Theatre.
Nella fretta di partire abbiamo dimenticato il nome della sala dove si terrà il concerto, per cui chiediamo informazioni ad usciere che ci dice che non sono previsti spettacoli jazz per quel giorno.
Siamo un pò confusi ...possibile che sia stato annullato all'ultimo minuto?
Riproviamo rivolgendoci ad un poliziotto che (grande!) ci dà subito tutte le infomazioni che ci servono.

Varchiamo così la soglia del David Rubenstein Atrium in tempo per riservarci un tavolo, appena lasciato libero da una coppia di italiani, che, più tardi, condivideremo con due americane. Ordiniamo da bere e attendiamo l'inizio dello spettacolo guardandoci un pò in giro. La sala non è molto grande, ci sono una trentina di tavolini per lo più occupati da persone anziane, un'area biglietti dove di giorno è possibile prenotare il tuor di vista per il Lincoln Center, e un modesto bar con bancone. Le pareti sono bianche e si contraddistinguono per la presenza di due giardini verticali, i primi che vediamo all'interno di una abitazione. Al centro della stanza, a ridosso di una parete e sotto un grande schermo, è già stato preparato un pianoforte. Al di là degli spettacoli che ospita è comunque un logo piacevole dove riposarsi e bere qualcosa o navigare nel web gratuitamente come sta facendo il nostro vicino per "ammazzare" il tempo.

Finalmete arriva l'inizio dello spettacolo, le luci si abbassano, le voci si zittiscono e viene annunciata l'artista protagonista della serata: Judi Carmichael, pianista e vocalist jazz.
La serata si preannuncia frizzante fin dai primi interventi. Judi è un artista simpatica che riesce ad intrattenere il pubblico oltre che con le sue eccellenti qualità musicali, anche con battute spiritose sulla sua vita, le sue esperienze all'estero, sui new yorkesi e sui musicisti che l'accompagnano nella serata.
Il New York Times l'ha definita "stupefacente, impeccabile e coinvolgente" ... come dargli torto
E' eccezionale ... molto più di quello che ci eravamo immaginati.
Peccato che lo spettacolo finisca presto, troppo presto. E' talmente brava e simpatica che staresti delle ore a sentirla!!

Judi Carmichael at David Rubenstein Atrium


Usciamo dal David Rubenstein Atrium inebriati e torniamo in hotel fermandoci a prendere una porzione di pizza da un locale vicino al nostro Duane Street Hotel Tribeca e la consumiamo mentre organizziamo la giornata successiva, l'ultima, ahi noi!, prima del ritorno a casa.

1 commenti:

Valentina ha detto...

che bel blog! Complimenti!

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